Mindfulness Immaginale e Shinrin Yoku

Shinrin-Yoku: Yohaku-no-bi

Principi dell’Estetica Giapponese: Yohaku-no-bi

Yohaku-no-bi: la bellezza di ciò che manca.

Nell’arte giapponese c’è un concetto di ‘yohaku no bi’, (余白の美), a volte tradotto come ‘la bellezza del bianco che rimane’, o ‘lo spazio lasciato vuoto’. Questo è un concetto che è stato preso in prestito intorno al XII secolo dalle immagini di paesaggi cinesi influenzate dai taoisti, come quelle di Li Cheng.

Yohaku descrive lo spazio bianco in un disegno come uno spazio non riempito, uno spazio vuoto o in alcuni casi un margine o un bordo. In Giappone questi spazi erano visti come correlati al concetto di vuoto del buddhismo zen; kū 空 (il vuoto) e mu 無 (assenza o inesistenza). Lo spazio è centrale nel processo di creazione e si riflette nella nozione buddista del vuoto come realtà ultima e quindi un campo di potenziale infinito.

Yohaku-no-bi è la ′′ bellezza di ciò che manca “. In un’opera d’arte questo ideale è rappresentato da ciò che viene escluso dalla stessa opera. L’immagine e’ quella di un albero tinto dai colori autunnali, dalle foglie meravigliosamente rosse o gialle.

Puoi sviluppare questo ideale mentre cammini nella natura: quando incontri un’immagine che ti emoziona particolarmente prova a chiederti cosa manca all’immagine e sii grata/o a ciò che manca. Ad esempio, se vedi un albero dai colori autunnali, con foglie splendidamente rosse e gialle, potresti renderti conto che dall’immagine che vedi mancano le foglie verdi e le fioriture dell’estate. Ringrazia il verde che manca.
Se incontri un albero in fiore, potresti sentire che mancano i frutti e ringraziare i frutti o, se ti imbatti in un fiore particolarmente vistoso, potresti percepire la mancanza del bocciolo e ringraziarlo o ancora se contempli una distesa di muschio, puoi pensare alla mancanza di sole, poiché il muschio cresce nell’ombra, quindi puoi essere grata/o al sole.

Questa meditazione ti insegna ad affrontare la mancanza e a trasformarla in una risorsa.
Chiediti cosa manca nell’immagine, ringrazia, passa da vittima della mancanza a vincitore perché la mancanza diventa risorsa.

La bellezza è in essenza ciò che non si vede. Quello che un artista non include in un dipinto è il segreto della bellezza, quello che l’attore non fa è importante… il potere sta nel percepire ciò che manca.
Quando sei nella natura medita sull’assenza e sull’invisibilità, guarda le bellissime foglie verdi dell’albero, puoi percepire l’assenza del colore rosso delle foglie autunnali e sii grata/o. Non sentire l’assenza ma la danza eterna tra visibile e invisibile. Quello che manca ti sta chiamando. Questa è una chiamata, il richiamo dell’amore.

Allenandoti a fare questo imparerai a fronteggiare la mancanza e a trasformarla in una risorsa secondo l’ideale “yohaku-no-bi”: la bellezza di ciò che manca.

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