Psicologia

I postumi di una notte in bianco

Il sonno, la parte migliore della vita.

Prenditi ogni giorno mezz’ora per le tue preoccupazioni e

 in questo tempo fai un sonnellino… “.

Lao-Tze

Individuata la base neurochimica che determina gli effetti negativi della privazione del sonno

Tutti abbiamo sperimentato di persona il malessere causato dalla mancanza di sonno: difficoltà di concentrazione, irritabilità e deficit della memoria. Quest’ultimo, in particolare, è stato oggetto di uno studio condotto dall’Università della Pennsylvania in collaborazione con il Massachusetts Institute of Technology, i risultati sono stati riportati sul “Journal of Neuroscience”. I ricercatori hanno fatto luce sul modo con cui l’adenosina – nucleoside di cui è noto il ruolo negli effetti dovuti dalla privazione da sonno – agisce sull’ippocampo, una struttura del cervello coinvolta nella funzione della memoria.

Spiega il biologo Ted Abel, che ha guidato il gruppo di ricerca: “ La forzata mancanza di riposo provoca un accumulo di adenosina nelle cellule cerebrali, alterandone le funzionalità. La caffeina, per esempio, deve il suo effetto corroborante proprio alla sua capacità di agire sulle conseguenze di questo accumulo”.

Gli scienziati statunitensi hanno indagato il modo in cui l’adenosina si forma a viene poi trasmessa ai ricettori dell’ippocampo. Per farlo sono state condotte sui topi due serie di esperimenti, una di tipo genetico e l’altra farmacologia. Il primo metodo ha permesso di chiarire il meccanismo di formazione dell’adenosina, che si è scoperto essere determinato da particolari trasmettitori prodotti dalle cellule gliali. Il secondo metodo ha invece reso possibile accertare che i recettori dell’ippocampo coinvolti nel processo sono di tipo A1.

Marina Semiglia

Mente & Cervello luglio 2011-09-01

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