Psicosomatica

Ritrovare la calma interiore

Questo nuovo anno inizia con un suggerimento pratico, è una nuova chance che ci diamo con l’obiettivo di piacerci.
Facciamo subito una premessa: nella nostra vita non deve cambiare niente, lasciamo tutto così, con una variante da introdurre in modo semplice nella giornata, la domanda: a me cosa piace?
La risposta sarà: “mi piace… “, senza usare il condizionale “piacerebbe” e senza far seguire la frase dal “ma…”
La risposta che daremo varrà per quel momento, per oggi, non deve valere per tutta la vita, come quando indossiamo un vestito, entrando nella bellezza di quel momento. Oggi indossiamo una cosa domani un’altra, oggi può piacermi il profumo della menta e domani il sapore del cioccolato…
Siamo nati per essere così come siamo, come la quercia che non desidera essere diversa da ciò che è.
Quando arrivano la tristezza o la paura, se le trattiamo come amiche del nostro viaggio, non come limiti da spiegare per cui non andiamo bene o come situazioni da migliorare, pian piano inizieranno ad essere le notre alleate.
Non è facile rispondere ciò che ci piace, spesso rispondiamo per necessità o per gli altri, cercando il loro bene, ma questo modo di pensare risponde a cosa vorremmo funzionasse e non a cosa ci piace.
I bambini sono maestri in questo, si immergono costantemente in questo regno che ha poteri terapeutici immensi e lo fanno naturalmente. Ciò può farci compredere come questa modalità sia già nella natura dell’uomo, ma che poi crescendo se ne scorda perdendo così la capacità di autoguarigione.
Non iniziamo a pensare: se sono sogni irrealizzabili cosa posso fare? Se mi annoio nella vita, come faccio a non voler cambiare? Il cambiamento arriverà ad opera della nostra Anima.
Cosa mi piace, risponde benissimo per le piccole cose pratiche.
Nella psiche la risposta non determinerà che cosa faremo l’indomani, ma semplicemente permetterà l’apertura di porte nel cervello a cambiamenti che poi si metteranno in atto tra un mese o un anno; questo processo ci porterà verso la nostra essenza, in modo naturale, ampio, frutto delle risorse dell’anima e non dei nostri pensieri razionali e logici.
Tutto ciò metterà in evidenza aspetti di noi che ora non riescono ad emergere.
Semplicemente a volte non dobbiamo cambiare nulla nella nostra vita, ma trovare il piacere di stare con noi… è importante stare nel piacere e non nella lotta per diventare migliori, migliorarci poi rispetto a cosa? A quale modello?
Quindi non badiamo a giudizi o ad insuccessi… le cose che non vanno a volte ci stanno dicendo di uscire dagli schemi che ci siamo imposti e di ascoltare l’Anima, che non è conformista.
Per questo: cosa ti piace?
Non pensiamo al doverci conformare, lo standard non è l’Anima, ma pensiamo solo a cosa ci piace. Stiamo nel piacere, nella bellezza e così apriamo al cervello le stanze del piacere.
Si riconosce la persona che si piace perchè ha uno sguardo ed un’energia vitale diversi, nella sua semplicità e unicità.
Anche in amore se non sto facendo la “mia funzione”, la mia pianta, prima o poi il rapporto finisce, le diversità trovano un punto di incontro per stare bene insieme.
Abbiamo un destino da percorrere solo nostro, stiamo con qualcuno che ci porti ad ultimare il nostro destino. L’eros è un’energia che ci trasforma verso la nostra destinazione e non per piacere all’altro.
Siamo così vulnerabili nell’amore perchè cerchiamo di essere poco vulnerabili nella vita. L’amore appartiene all’elemento fuoco e brucia la nostra mentalità. Non siamo lì per fonderci per forza con l’altro/a. Se abbiamo una relazione con una persona e arriva il dolore o l’indifferenza ecco che compare la staticità. Evolviamo nel desiderio e nel piacere perchè ci danno nuove energie.
La felicità arriva da noi stando nella non critica, anche delle presunte nostre “parti più brutte”, viviamo perchè tutta l’energia psichica che c’è dentro di noi diventi il più possibile consapevolezza; quindi vivere con i nostri demoni, stare con le cose che non ci piacciono, è importantissimo perchè sono delle nostre strutture essenziali, sono le radici del nostro albero.
Se siamo tolleranti con noi possiamo esserlo anche con gli altri. Se abbiamo rispetto di noi, non stiamo con chi non ci rispetta. Rispettiamo noi e le nostre contraddizioni e facciamo in modo che il nostro spazio sia inviolabil perchè alla fine della vita c’è un resoconto che dobbiamo fare: ho fatto la mia parte? Come l’anziano che a volte dice: quello che dovevo fare l’ho fatto..
È importante ascoltarci con consapevolezza e fare il lavoro o gli hobbies che ci piacciono, stare nella natura, fare cose con le mani dove la mente non c’è, sentire il desiderio, e stare nel flusso dell’anima.
Quando siamo nelle nostre passioni, siamo come i bambini quando giocano che si perdono dentro quello che stanno facendo, completamente immersi nel senza tempo.
A volte potremmo aver scordato di avere delle passioni e poi le cose cambiano. Il nostro modo di sentire è lo stesso degli albori dell’essere, dobbiamo solo ricordarci che siamo portatori di eventi che sono al di là di noi, non dobbimao giudarci chissà dove con la razionalità. Se abbiamo sbagliato qualcosa non torturiamoci, possiamo scusarci con noi, non per l’errore in sè, ma per averlo considerato come definitivo, insormontabile.
Il nostro destino non si mostra esplicitamente a noi, non vuole essere visto, come il seme che sta sotto il suolo. Il rapporto tra Essenza e superficie (l’identità del profondo) come disse Plotino è come una fragranza da seguire, si può scoprire nel guardare le cose che vengono spontanee. L’Anima non vuole essere vista, ma non vuole nemmeno essere persa di vista.
Impariamo a stare quindi con noi stessi diventando più silenziosi lasciandoci accompagnare nella danza della vita che ci guida
Voler migliorare secondo canoni standard, secondo la cultura, è come se facessimo un lifting, ma di noi stessi cosa resta?

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